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THE PASSION OF THE CHRIST

un film da vedere e da far vedere

di Daniele Fazio

Ero indeciso se scrivere o meno qualcosa sul film The Passion of the Christ del regista cattolico Mel Gibson che sarà proiettato in tutte le sale cinematografiche italiane a partire dal 7 aprile, mercoledì santo. A convincermi non sono stati neanche i consigli o talvolta anche gli insistenti incoraggiamenti di alcuni amici. A fare scoccare in me la decisione di "imbrattare" un foglio bianco con le mie riflessioni è stata, invece, una notizia che ho appreso non poco tempo fa e che riguarda una scena dello stesso film. La scena cui faccio riferimento è quella che ritrae Gesù nel momento in cui viene inchiodato alla croce.
La mano, infatti, che sferra il colpo sul chiodo che fissa tremendamente la mano di Gesù sulla Croce è proprio quella del regista Mel Gibson. Che senso ha tutto questo? E' molto chiaro: il regista ha chiara l'idea che quell'uomo che è stato condannato dal Sinedrio di Gerusalemme e la cui esecuzione è stata affidata al potere di Roma non è un uomo qualsiasi ma è l'uomo-Dio, la cui morte avvenuta in un determinato periodo storico ("patì sotto Ponzio Pilato") e in un determinato territorio geografico (Gerusalemme) è stata causata dai peccati di ogni uomo di ogni tempo tra cui appunto c'è Mel Gibson così come ci siamo tutti noi. Basterebbe già solo questo per comprendere la portata straordinaria, da un punto di vista spirituale, di tale film -di cui ho visto alcune scene in anteprima- e che non ho esitato a definire "un corso di esercizi spirituali cinematografici". Tuttavia all'uomo è gradito sempre complicare le cose e capita spesso che con i suoi "sofismi" fa apparire la verità come errore e l'errore come verità. Il film infatti, così come avete potuto apprendere dalla scatola televisiva, che ci fregiamo di possedere in tutte le case, è al centro di numerose discussioni. Vediamo di fare un po' di chiarezza: qualcuno ha detto -o per meglio dire- l'AntiDefamation League ha affermato che il film è antisemita. Non vi voglio per niente annoiare ripresentandovi le discussioni del tutto inutili sul presunto antisemitismo del film di Gibson. Dico inutili perché lo stesso rabino americano Daniel Lapin guarda con perplessità "quelle organizzazioni ebraiche che hanno sprecato tempo e soldi inutilmente nella protesta" e che "hanno sperato di bloccare il film, e invece lo stanno promuovendo". Tuttavia un episodio di questa vicenda mi sembra estremamente importante e non può passare sottosilenzio. Il rabino capo della Comunità ebraica di Roma, Di Segni, ha chiesto alla Santa Sede, interpretando a modo suo il documento conciliare Nostra Aetate, di condannare il film come antisemita. La risposta del portavoce della Santa Sede, Joaquìn Navarro Valls, affidata ad un'intervista pubblicata su "Il Messaggero" di Giovedì 11 marzo così suonava: "Il film è la trascrizione cinematografica dei Vangeli. Se fosse
antisemita il film, lo sarebbero anche i Vangeli…Equivarrebbe ad affermare che i Vangeli non sono storici"
.Sicut litterae sonant, la Santa Sede non condannerà mai questo film anzi il silenzio da parte del Papa e della Gerarchia, secondo Navarro è molto significativo: "…il Papa ha visto il film, il silenzio successivo della gerarchia è molto eloquente. Qui non c'è nulla di antisemita, altrimenti lo avrebbero denunciato". Già il Papa ha visto il film! Quando? Tra il 5 e il 6 dicembre, prima che uscisse in anteprima mondiale in America. Secondo indiscrezioni di cui non abbiamo la sicurezza, ma tutto lo farebbe presupporre, Giovanni Paolo II e concordemente con lui il suo segretario mons. Dziwisz, alla fine del film hanno esclamato in inglese: "It is as it was!" cioè " è, come è stato!" [Vedasi a tal proposito l'articolo Imbrogli vaticani]
Qualche sapientone ha poi fatto notare che il film è troppo violento, esagerato, crudo e così via dicendo…ma realisticamente da uomini ragionevoli dobbiamo chiederci come fa a non essere crudele, violenta, sanguinaria anche "repellente" l'agonia, la condanna, la flagellazione, l'incoronazione di spine, il percorso verso il calvario e la morte in croce di Gesù? Così aveva profetizzato Isaia: "Non ha apparenza né bellezza, per attirare i nostri sguardi, non splendore per potercene compiacere. Disprezzato e reietto dagli uomini, uomo dei dolori che ben conosce il patire, come uno davanti al quale ci si copre la faccia, era disprezzato e non ne avevamo alcuna stima" (Is 53, 2b-3) e poi ancora, "Maltrattato si lasciò umiliare e non aprì la sua bocca; era come una agnello condotto al macello, come pecora muta di fronte ai suoi tosatori, e non apri la sua bocca. Con oppressione e ingiusta sentenza fu tolto di mezzo" (Is 53, 7-8a). Se poi pensiamo che la morte di Gesù è stato il crimine più abominevole e tremendo che la storia dell'uomo ricordi, non foss'altro per il fatto che quel Galileo era stato "un profeta potente in opere e parole davanti a Dio e a tutto il popolo" (Lc 24, 19b) sproloquiare sulla violenza del film significa non voler riconoscere la realtà delle sofferenze, fisiche, materiali, corporali di Gesù, di cui prova ormai quasi indiscutibile oltre ai Vangeli è la Sacra Sindone, che mostra anche l'imponente flagellazione subita che consta di circa 120 colpi di frusta romana. Ci sarebbero tantissime cose da aggiungere…sarebbe interessante conoscere a fondo cosa sul set delle riprese è accaduto di misterioso, di miracoloso infatti -come ha scritto Messori- si sono verificate "conversioni, liberazioni dalle droghe, riconciliazioni tra nemici, abbandono di legami adulterini, apparizioni di personaggi misteriosi, esplosioni di energie straordinarie, figuranti lucani che si inginocchiavano al passaggio dello straordinario Caviezel-Gesù, persino due folgori, una delle quali ha colpito la croce, e che non hanno ferito alcuno. E, poi, coincidenze lette come segni: la Madonna con il volto dell'attrice ebrea a nome Morgenstern che, lo si è notato solo dopo, significa, in tedesco, la Stella Mattutina delle litanie del rosario". Insomma in una sola parola per noi e per chi ci chiederà del film : "The Passion of the Christ: un film da vedere e da far vedere!"

Daniele Fazio

Sullo stesso argomento vedere:
Imbrogli vaticani. “The Passion”, il Papa e la recensione fantasma
Gli Ebrei americani mettono in croce il film The Passion

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